La capacità di osservare la realtà per ciò che è, e non per ciò che riteniamo debba essere, è essenziale per la nostra progressione interiore. Purtroppo, il processo di osservazione si arresta molto presto nella nostra vita, e così anche il nostro apprendimento, la nostra crescita e la nostra evoluzione. Viviamo allora, senza rendercene conto, entro i confini ristretti di una mappa creata nei primi anni della nostra esistenza, che troppo spesso confondiamo con il territorio. Per uscire da questa impasse evolutiva, l’unica soluzione è re-imparare a osservare. L’osservazione è un processo attivo e consapevole, il cui sviluppo necessita di un allenamento specifico. Solitamente però, ci troviamo in uno stato passivo, meccanico, inconsapevole, caratterizzato da una totale assenza di osservazione. Grazie al potente strumento dell’osservazione, possiamo accedere a informazioni più oggettive su noi stessi, gli altri e la realtà che ci circonda, ottimizzando e accelerando il nostro percorso evolutivo. Ma che cosa significa osservare, e qual è il livello della nostra osservazione? Purtroppo, ciò che solitamente definiamo “osservazione,” altro non è che una semplice attivazione mentale, spesso reattiva e inconsapevole, che nulla ha a che fare con questo importante strumento di indagine del reale, che richiede molta energia e consapevolezza. Esistono diversi livelli di osservazione, associati ad altrettanti livelli di consapevolezza. Esercitarsi nell’arte (e nella scienza) dell’osservazione significa pertanto accedere a stati di coscienza più dilatati, non ordinari, acquisendo progressivamente un maggiore dominio di sé, del proprio ambiente e della propria vita.

In questo lavoro presentiamo alcuni elementi di base dell’arte osservativa, così come descritti ed esplorati nel corso di un seminario teorico-pratico tenutosi presso il Laboratorio di Autoricerca di Base nei giorni 8-9 ottobre 2011. A sua volta, il presente scritto trae buona parte della sua ispirazione da quanto è stato presentato da Walter Ferrero e Andrea Di Terlizzi nel coso del loro “Laboratorio sperimentale di tecnologia interiore,” tenutosi a Tropolach – Carinzia, nei giorni 17-21 novembre 2010. Ogni errore tecnico o di interpretazione delle idee qui esposte è da imputare unicamente allo scrivente, e non ai summenzionati autori. Il lettore è incoraggiato ad approfondire tali idee non solo prendendo conoscenza dei testi originali (vedi bibliografia), ma anche, possibilmente, partecipando ai numerosi seminari formativi proposti dai summenzionati autori.