Molti pensano di non saper muovere il proprio corpo in modo armonico, in presenza di una musica. Se coltivate questo genere di convinzioni, allora la pratica della Danza Consapevole fa al caso vostro! Spesso, infatti, è proprio ciò che riteniamo non essere nelle nostre corde che racchiude il più alto potenziale trasformativo.
Non si tratta di saper danzare bene o male, o secondo stereotipi, ma di risvegliare l’attitudine naturale del corpo a cercare piacere nel movimento spontaneo. Perché un bambino si muove spontaneamente quando sente della musica? La danza è il modo naturale con cui l’essere umano esprime le proprie emozioni. Attraverso la Danza Consapevole le nostre emozioni e sensazioni, come la gioia, il benessere, la tristezza, il disagio… possono essere osservate e trasformate in nuove possibilità.
Come la Vita anche la danza si muove in quella terra di mezzo tra ordine e disordine, “alla frontiera del caos”, là dove si manifesta la complessità. La Vita, potremmo dire, è una danza che ci permette di comprendere e attualizzare il nostro potenziale evolutivo, la nostra capacità di creare ricchezza strutturale, bellezza, complessità...
Così, un corpo che ritrova il proprio potenziale naturale di movimento può risvegliare stupore in chi danza, e ogni volta che questo accade si genera piacere; il piacere permette di attingere a un’energia rinnovata, che ci conduce a un nuovo equilibrio, a una nuova comprensione.
Potremmo allora dire che danzando colmiamo quei vuoti simbolici che la traccia musicale ci evoca e suggerisce, là dove si cela la dimensione della potenzialità. La danza diventa così metafora della Vita Tutta, della sua evoluzione, e laboratorio alchemico delle nostre trasformazioni.
La Danza Consapevole apre all’ascolto del proprio linguaggio corporeo, accompagnati dalla musica e protetti dallo spazio accogliente e curato (sia fisicamente che energeticamente) del luogo di pratica e dal gruppo che danza con noi. Danziamo individualmente, ma nel contesto di un gruppo di persone che condividono umilmente le loro scoperte e creazioni, senza giudizio, offrendosi reciproco supporto.
Questo appuntamento, con il naturale desiderio del corpo di (ri)trovare la propria Danza, si approfondisce e arricchisce con ogni incontro, offrendo un interessante strumento di indagine interiore personale.
Tipicamente, la pratica si articola in tre momenti. Prima di ogni danza, ci troviamo per un breve momento attorno a un tè, dove vengono offerti dei puntatori per la pratica. Si tratta di suggerimenti solo indicativi, mai impositivi, il danzatore rimane sempre libero di muoversi ed esplorare secondo il proprio sentire, in piena autonomia.
Il secondo momento è quello della danza vera e propria. Il movimento libero, al quale il corpo si apre gradualmente, segue allora diverse onde d’intensità, ispirato dalla scelta musicale, dalla tematica evocata, da un bisogno interiore...
A conclusione, il movimento rallenta fino a giungere all’immobilità, permettendo di osservare quanto l’esperienza del corpo abbia “mosso” in noi. In altre parole, il terzo momento è di integrazione e possibile elaborazione, che potrà avvenire in modalità differenti. Ad esempio, nel silenzio, possiamo tracciare sul nostro “quaderno di viaggio” quanto è emerso, traducendolo in poche parole sintetiche, o in un disegno, eventualmente condividendolo con il gruppo, oppure, sotto forma di condivisione verbale, accogliendo il desiderio di ognuno sia di comunicare sia di rimanere solo ad ascoltare.
Danzare, è lottare contro tutto ciò che ci trattiene, tutto ciò che ci affonda, tutto ciò che pesa e appesantisce, è scoprire con il proprio corpo l’essenza, l’anima della vita, è entrare in contatto fisico con la libertà. [Jean-Louis Barrault]
Lingua: Quella universale della musica.
Dove: Nella SALA MAMMUT, presso gli spazi di AREA 302, in via Cadepiano 18, Barbengo.
Quando: Incontri settimanali, i giovedì dalle 19:00 alle 20:30.
Date: Per conoscere le date dei prossimi appuntamenti, scrivere a Massimiliano (autoricerca@gmail.com) o Manuela (info@manuelacanova.ch).
Contributo: 225 fr per un ciclo di 10 incontri consecutivi, oppure 100 fr per un ciclo di 4 incontri consecutivi.
Abbigliamento: Indumenti comodi, adatti alle pratiche corporee. È possibile cambiarsi sul posto ma non effettuare la doccia. Prevedere sempre la possibilità di aggiungere o togliere uno strato.
Con: Manuela Canova & Massimiliano Sassoli de Bianchi
Osservazione: Il LAB è una struttura privata le cui attività si svolgono unicamente tra piccoli gruppi di persone che si conoscono e sono note all’organizzatore. La natura delle pratiche proposte non è compatibile con l’uso delle mascherine.