Diederik Aerts è professore alla Brussels Free University (Vrije Universiteit Brussel - VUB) e direttore del Leo Apostel Centre for Interdisciplinary Studies (CLEA), un centro interuniversitario di ricerca interdisciplinare (VUB, UGent, KULeuven). È a capo del gruppo di ricerca Foundations of the Exact Sciences (FUND) presso la Brussels Free University, editore capo della rivista internazionale Foundations of Science (FOS), pubblicata da Springer e selezionata dall’Institute for Scientific Information (ISI), oltre che membro del consiglio del Worldviews Group, fondato dal filosofo Leo Apostel, che indaga sulla possibilità di costruire delle worldviews (concezioni del mondo) integrate, tenendo conto anche delle più recenti scoperte scientifiche. È stato coordinatore scientifico e artistico della conferenza “Einstein meets Magritte,” dove eminenti scienziati e artisti di livello internazionale si sono riuniti per riflettere su scienza, natura, azione umana e società. Aerts ha effettuato ricerche sui fondamenti delle teorie fisiche sin dal 1976, in particolar modo sulla struttura assiomatica della meccanica quantistica. Ha ottenuto il dottorato di ricerca (PhD) presso l’università di Ginevra nel 1981, e il suo principale campo di interesse è l’esplorazione della natura della realtà. Nel corso dei suoi studi, Aerts è arrivato alla conclusione che il tipico effetto quantistico dell’osservatore sul sistema osservato può essere descritto utilizzando un modello dove si considera che vi sia una mancanza di conoscenza circa l’esatta interazione che ha luogo nel corso dell’operazione di misura. Tra le conseguenze di questa sua scoperta, vi è la possibilità di utilizzare la struttura formale della meccanica quantistica in tutte quelle situazioni che presentano questo particolare “effetto osservatore,” come è il caso ad esempio nella modellizzazione dei sistemi cognitivi. Aerts ha sviluppato questa sua intuizione, e le relative conseguenze per la relazione soggetto-oggetto, in numerosi lavori, proponendo diversi modelli in grado di incorporare tale possibilità. Questo gli ha permesso di sviluppare un quadro teorico molto generale e articolato, oggi noto con il nome di approccio a misure nascoste (hidden measurement approach), a sua volta inserito in un quadro concettuale più ampio, denominato visione creazione-scoperta (creation-discovery view). In tempi più recenti, Aerts ha proposto un’interpretazione molto innovativa della fisica quantistica, che si fonda sull’ipotesi che la natura delle entità quantistiche sia di tipo “concettuale,” nel senso che tali entità interagirebbero con gli strumenti di misura (e più generalmente con le entità costituite di materia ordinaria) in modo del tutto analogo a come i concetti (umani) interagiscono con le menti umane (o con altre strutture di memoria sensibili al significato dei concetti). Questa sua visione pionieristica promette di essere un prodigioso passo avanti nel nostro tentativo di penetrare la realtà del microuniverso, in un modo che ci permetta realmente di “comprenderlo.” Inoltre, da un punto di vista filosofico e scientifico, essa offre una prospettiva del tutto nuova sulla natura della nostra realtà.

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