Come possiamo spiegare lo strano comportamento delle entità quantistiche e relativistiche? Perché si comportano in modi che sfidano la nostra intuizione su come le entità fisiche si dovrebbero comportare, se consideriamo la nostra esperienza ordinaria del mondo che ci circonda? In questo articolo, affrontiamo queste domande mostrando che il comportamento delle entità quantistiche e relativistiche non è poi così strano, se solo teniamo in considerazione quale possa essere la loro vera natura: non oggettuale, ma concettuale. Questo non nel senso che le entità quantistiche e relativistiche sarebbero dei concetti umani, ma nel senso che con-dividerebbero con quest’ultimi la medesima natura concettuale, analogamente a come le onde elettromagnetiche e sonore, sebbene entità molto differenti, condividono una medesima natura ondulatoria. Quando questa ipotesi viene avvalorata, cioè quando un’interpretazione concettualistica della natura profonda delle entità fisiche viene presa seriamente, molte delle difficoltà interpretative scompaiono e il nostro mondo fisico torna nuovamente ad avere un senso, sebbene la nostra visione dello stesso muti radicalmente rispetto a quanto il nostro pregiudizio classico ci avrebbe fatto inizialmente credere.